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Quattro sconfitte, di cui due meritate (Cittadella e Pescara; rimpianti, invece, contro il Varese e i bergamaschi). Tre vittorie, di cui una prodotta solo da un’invenzione di Sgrigna nel finale (Sassuolo) e le altre due (Novara e Portogruaro) condotte in porto con una fatica sovrumana e un pizzico di fortuna. Un pari sofferto: Crotone. Undici gol subiti: solo cinque squadre hanno fatto peggio. Ma anche: nove reti segnate, sempre e solo cinque hanno fatto meglio. Questo Torino, gambizzato dagli infortuni e in cerca della miglior traduzione del 4-2-3-1, sta denunciando l’incapacità di giocare bene, di essere tatticamente equilibrato e di imporsi in termini di possesso palla, personalità e concretezza per almeno tre quarti di partita. Ma sta denunciando sempre di più anche l’assenza di una panchina di qualità, indispensabile per inseguire la A affrontando una maratona qual è la B: «La nostra panchina non è corta», ribatte Cairo. Vero: il guaio è che è tanto modesta, rispetto a formazioni come Siena e Atalanta, per esempio. «Comunque la squadra sta crescendo, i progressi si sono visti anche a Bergamo dove per almeno un’ora siamo stati superiori all’Atalanta».
Fonte | Tuttosport.com