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Torino, Cairo: "Fiducia nel nostro allenatore, ma ora è tempo di vincere"

12/10/10

Dopo Atalanta-Torino Colantuonoe Tiribocchi gonfiano il petto, Sky ammonticchia nuovi re­cord di telespettatori in B negli ul­timi due anni (373 mila domenica sera, per la cronaca) e Iunco si dà una lucidata al look battezzando il suo nuovo sito realizzato da Mauri­zio Dreosti. Mescoli il tutto, ma passi subito oltre, forzatamente. Non c’è molto da stare allegri, a To­rino.

Quattro sconfitte, di cui due meritate (Cittadella e Pescara; rim­pianti, invece, contro il Varese e i bergamaschi). Tre vittorie, di cui una prodotta solo da un’invenzione di Sgrigna nel finale (Sassuolo) e le altre due (Novara e Portogruaro) condotte in porto con una fatica so­vrumana e un pizzico di fortuna. Un pari sofferto: Crotone. Undici gol subiti: solo cinque squadre hanno fatto peggio. Ma anche: nove reti se­gnate, sempre e solo cinque hanno fatto meglio. Questo Torino, gambiz­zato dagli infortuni e in cerca della miglior traduzione del 4-2-3-1, sta denunciando l’incapacità di giocare bene, di essere tatticamente equili­brato e di imporsi in termini di pos­sesso palla, personalità e concretez­za per almeno tre quarti di partita. Ma sta denunciando sempre di più anche l’assenza di una panchina di qualità, indispensabile per insegui­re la A affrontando una maratona qual è la B: «La nostra panchina non è corta», ribatte Cairo. Vero: il guaio è che è tanto modesta, rispet­to a formazioni come Siena e Ata­lanta, per esempio. «Comunque la squadra sta crescendo, i progressi si sono visti anche a Bergamo dove per almeno un’ora siamo stati supe­riori all’Atalanta».

Fonte | Tuttosport.com
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