Un'altra partita dominata, un'altra beffa. Il Toro è così, masochista allo stato puro. Anche mercoledì sera l'ha dimostrato. Contro l'Atalanta, la squadra di Lerda ha nuovamente fatto vedere di essere in grado di mettere sotto l'avversario, adesso distante 17 lunghezze in classifica, ma di non sapere dargli il colpo di grazia. Addirittura il pareggio sarebbe andato stretto ai granata, e invece siamo di nuovo qui a parlare di una sconfitta. Di nuovo al '94. Di nuovo contro i nerazzurri di Bergamo. Sembrava di rivivere il film del match di andata. Ma mercoledì la superiorità è stata ancora più evidente. I Cola-boys hanno visto ben poco il pallone, eppure hanno espugnato l'Olimpico. Con solo due tiri in porta sono riusciti a vincere. Il Toro, comunque, ha tantissimo da recriminare. Qualche intervento dubbio in area di rigore bergamasca, i due errori clamorosi di Bianchi e la solita sfiga, che perseguita questa squadra sin dalla sua fondazione. Se Bonaventura riprova 100 volte quel tiro, nel 99% dei casi il pallone rimbalza sul palo ed esce. Invece no, mercoledì sera ha deciso di entrare. E di beffare Rubinho e i suoi compagni. Pochi minuti prima, un difensore atalantino aveva rischiato l'autorete, con la palla che finisce sulla parte alta della rete. Un'altro episodio che, probabilmente, a parti invertite avrebbe avuto un altro esito. Stare qui a pensare a quello che è stato, comunque, non serve a nulla, se non ad arrabbiarsi ancora di più e a far crescere la depressione. Questa squadra deve ripartire proprio dalla prestazione contro l'Atalanta, consapevole di essere in grado di mettere sotto chiunque. E deve essere anche più forte della sfortuna, che quest'anno in particolare sta perseguitando l'ambiente granata. A Vicenza sarà un altro match molto delicato, come lo saranno tutti fino alla fine del campionato. La speranza è che, prima o poi, la ruota giri, e che la sfiga, anche solo per un attimo, si dimentichi di noi granata. Emanuele Pastorella - www.calciobwin.blogspot.com
